Cosa significa concretamente?
In parole semplici: tutto ciò che un utente pubblica con visibilità pubblica (quindi post, commenti e didascalie accessibili da chiunque) potrà essere elaborato e utilizzato per migliorare le capacità dell’intelligenza artificiale generativa di Meta. Sono invece escluse le comunicazioni private e i contenuti condivisi solo con amici o cerchie ristrette.
Meta promette che il trattamento inizierà solo dopo aver notificato ogni singolo utente europeo, sia tramite email che notifiche in-app, fornendo tutte le informazioni necessarie e — dettaglio non da poco — anche la possibilità di opporsi a questa raccolta dati.
È possibile dire di no?
Sì, Meta ha messo a disposizione un modulo specifico per esercitare il diritto di opposizione, in conformità con il GDPR. Tutti gli utenti interessati possono compilare questo modulo spiegando i motivi del rifiuto. L’azienda ha dichiarato che valuterà ogni richiesta e, se accettata, escluderà i dati dell’utente dall’addestramento dell’AI.
Ecco il link diretto al modulo per l’opposizione:
https://www.facebook.com/help/contact/6359191084165019
Uno scenario da monitorare
Questa mossa rientra nella corsa all’ottimizzazione dei modelli di intelligenza artificiale generativa, dove il “carburante” principale sono proprio i dati. Tuttavia, l’utilizzo di contenuti pubblici da parte di aziende Big Tech solleva interrogativi rilevanti in termini di privacy, trasparenza e consenso informato.
Nel frattempo, il consiglio per utenti e professionisti del settore è uno solo: restare aggiornati e vigilare sulle implicazioni concrete di queste modifiche, perché il modo in cui oggi si gestiscono i dati personali avrà un impatto diretto sulle tecnologie del futuro.